Marie-Claude L’Homme, Lexical Semantics for Terminology. An Introduction, John Benjamins Publishing Company (“Terminology and Lexicography Research and Practice”), Amsterdam/Philadelphia, 263 p.
La monografia di Marie-Claude L’Homme, Lexical Semantics for Terminology. An Introduction, presenta il contributo che la semantica lessicale può fornire alla terminologia, con particolare riferimento a specifiche attività, applicazioni e problemi. L’analisi lessicale permette dunque di integrare l’interesse primario della terminologia tradizionale per knowledge, concetto e struttura concettuale, con l’attenzione alla dimensione semasiologica e alla lingua nel contesto d’uso, come di affrontare questioni quali l’identificazione di termini, il significato degli stessi, la polisemia, le relazioni tra termini e l’equivalenza.
Una volta fornite le informazioni di rito (List of Figures / List of Tables /List of abbreviations / Typographical conventions /Acknowledgements), il volume si articola in 9 capitoli, ciascuno corredato dalla sezione conclusiva Further reading, con riferimenti bibliografici di cui si discutono usi e meriti. Precedono le sezioni List of Figures, List of tables, List of abbreviations, Typographical conventions, Acknowledgements; seguono References, Corpus examples references, Index.
Il Capitolo 1 – Why apply lexical semantics in terminology? – delinea gli scopi del volume, tratteggiando brevemente i punti toccati in ciascun capitolo.
Nel Capitolo 2 – Terminology – l’autrice presenta nozioni base della Teoria Generale della Terminologia, e specificamente: la nozione di termine come etichetta per concetti e unità svuotata di gran parte della loro dimensione linguistica; la ricerca di trasparenza e assenza di ambiguità in domini specialistici; standardizzazione, modellizzazione del sapere e traduzione. In linea con approcci più recenti alla terminologia, la Semantica Lessicale è vista come in grado di rendere conto della dimensione linguistica e dell’espressività dei termini.
Capitolo 3 – Lexical semantics for terminology – mette a confronto approcci knowledge-driven e approcci lexicon-driven alla terminologia, entrambi fondamentali per il lavoro del terminologo. La discussione mostra come i primi si prestano in particolar modo alla gestione di applicazioni di modellizzazione; la prospettiva lexicon-driven permette invece di descrivere in termini più adeguati uso e comportamento dei termini nel testo corrente, sulla scorta di dati estratti da corpora e del parere di informanti esperti. Tra le numerose teorie utilizzate in Semantica Lessicale per analizzare e descrivere i termini, il capitolo illustra il contributo di Explanatory Combinatorial Lexicology e Frame Semantics.
Il Capitolo 4 – What is a term? – definisce un termine come una unità lessicale open-class (nome, verbo, aggettivo o avverbio), delimitata dal punto di vista sintagmatico e semantico in base a: relazione con il settore della conoscenza, natura degli argomenti, parentela morfologica e semantica, relazioni paradigmatiche. Lo status di termine è determinato tramite l’analisi del significato, e, ove necessario, l’analisi di significati distinti nel caso di elementi lessicali polisemici.
Il Capitolo 5 – Concepts, meaning and polysemy – illustra come, diversamente dagli approcci knowledge-based, gli approcci lexicon-based permettono di affrontare la polisemia di una unità lessicale e differenziarne i significati tramite di sostituzione con sinonimi, opposizione differenziale, derivazione morfologica differenziale, relazioni paradigmatiche differenziali e co-occorrenza compatibile e differenziale. Questo permette, tra le altre cose, di affrontare l’eventuale multidimensionalità del concetto (ovvero la relazione tra concetti in settori specializzati e la relativa definizione) e la modulazione di significato che si accompagna alla creazione di termini da unità lessicali appartenenti ad altri settori o che sono già utilizzate dal parlante.
Ad integrazione e complemento del Capitolo 5, il Capitolo 6 si occupa di Predicative terms, participants and arguments, dimostrando l’importanza dell’identificazione di frame semantici, utili ad individuare il link tra sintassi e argomenti del termine, come anche le divergenze strutturali tra equivalenti in lingue diverse.
Sulla scorta di quanto discusso nei Capitoli 3 e 5, il Capitolo 7 è dedicato all’identificazione di Relations between concepts and terms. Generalmente le relazioni concettuali comprendono tassonomie e relazioni partitive, e coprono la sinonimia esatta (vis-à-vis la quasi-sinonimia), definita come una relazione tra designazioni. Recentemente, sono state inserite relazioni quali <causa-effetto> e <oggetto-attributo>. Tra le relazioni terminologiche, si distinguono relazioni paradigmatiche (sinonimia, iperonimia e iponimia, antonimia e altre forme di opposizione) e relazioni sintagmatiche (collocazioni).
Una volta stabilito un sistema ampio di relazioni, è possibile derivare strutture complesse. Questo è l’oggetto del Capitolo 8 – Discovering structures in specialized domains. Infine, il Capitolo 9 – Equivalence in terminology – conclude il volume, spostando la discussione presentata nei Capitoli 7 e o 8 dalla lingua inglese a inglese, francese e spagnolo.
Nel complesso, il volume si presenta come un manuale di terminologia che si rivolge, grazie all’abbondanza di definizioni, spiegazioni ed esemplificazioni, anche a ricercatori con nessuna formazione in terminologia o semantica lessicale.
[Silvia Cacchiani]